Ripresa del mercato immobiliare: una certezza!

In base ai numeri del 2018 la ripresa del mercato immobiliare continuerà nel primo trimestre del 2019

Inserita il 25/01/2019


Il 2018 si è chiuso con una conferma della ripresa del mercato immobiliare. Una ripresa già cominciata nell’ultimo biennio e che convalida le stime positive basate sui primi tre trimestri dell’anno appena finito.
L’aumento delle compravendite ( 5,6%) fanno ben sperare per un 2019 che potrà essere ricordato come l’anno che ha visto la fine della crisi immobiliare.

Si compra di più, questo è assodato; gli italiani sono attratti dai prezzi del mattone più bassi di sempre, dopo l’impennata del 2012/13, e dai mutui con tassi ai minimi storici. Anche i proprietari stanno tornando a vendere più serenamente, confortati dall’idea di riacquistare un altro immobile a un prezzo basso o spinti dalle tasse, sempre più impegnative, legate alle seconde case.

Le indecisioni dei mercati finanziari, sempre più precari e sempre presenti all’apertura dei telegiornali, hanno reso gli italiani anche più propensi a tornare ad investire nel buon vecchio e sicuro mattone.
Da un’ indagine su 400 mila famiglie, il 15,4% ha ipotizzato l’acquisto di una casa per investimento (fonte Nomisma 2018); una percentuale più che raddoppiata rispetto al 2017 che ha contribuito a movimentare nel 2018 il mercato immobiliare per un valore complessivo superiore ai 94 miliardi di euro.
Il calo dei prezzi ha contribuito anche a movimentare le compravendite in città che finora spiccavano per l’alto numero di affitti come nelle città con forti poli universitari; gli italiani sono ora più propensi a investire acquistando appartamenti per i figli studenti, piuttosto che mantenere una casa in affitto per gli anni di università necessari per una laurea.

L’ottimismo trasmesso dal mercato immobiliare è arrivato anche ai costruttori che hanno ricominciato a vendere le nuove abitazioni ferme da anni (anche con formule relativamente nuova come il pagamento dilazionato o il rent to buy) e, se pur in poche realtà più grandi, anche a costruire. Anche questo dato va letto come un piccolo ma forte segnale per la ripresa dell’occupazione e l’allontanamento dalla crisi.


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